LIBRI: “Il racconto dell’ancella” – Margaret Atwood
Erano mesi che quel libro con la copertina rossa e bianca se ne stava lì a prendere la polvere… un giorno, finalmente, mi sono decisa a riesumarlo.
Il racconto dell’ancella (titolo originale: The handmaid’s tale), scritto da Margaret Atwood nel 1985, non è un libro “carino”: è un romanzo distopico dalla bellezza sublime e agghiacciante, con uno stile tecnico perfetto a cui posso solo sperare di aspirare.
Sicuramente anche il traduttore (Camillo Pennati) ci ha messo del suo per rendere al meglio l’adattamento, ma vale la pena approfondire la storia principale e la metafora che rappresenta senza fare troppi spoiler.
Trama
Nord America, anni ottanta: il presidente è morto durante un colpo di stato e gli Stati Uniti sono dominati da una dittatura teocratica in cui le donne sono state private di ogni potere; alla maggior parte di esse è vietato persino leggere.
La fertilità del genere umano è drasticamente calata a causa dei materiali radioattivi che hanno avvelenato l’aria e la terra; solo alcune giovani donne, sia nubili, sia sposate, sono ancora in grado di concepire dei figli.
Le donne nubili, tra cui la nostra protagonista, vengono impiegate come “ancelle” e affidate a un uomo di alto rango, più vecchio di loro e sposato a una moglie spesso anziana e sterile.
Il compito delle ancelle è dare alle luce i figli dei loro padroni, così che possano essere cresciuti come loro legittimi eredi; queste donne perdono ogni diritto sui bambini che partoriscono e una volta concluso l’allattamento verranno inviate da un altro uomo nella speranza che riescano a concepire ancora.
La protagonista, da sola coi suoi pensieri, racconta in prima persona al lettore la sua vita presente e passata, come se stesse parlando a un gruppo di amici pronto ad ascoltarla e confortarla.
La serie su Amazon Prime
Amazon Prime ospita già da tempo una serie intitolata The handmaid’s tale, che ricalca il modo più o meno fedele l’omonimo romanzo.
C’è da precisare che gli eventi narrati nel libro coprono solo gli episodi della prima stagione; il resto non fa parte del romanzo.
Devo ancora vedere la serie, perciò non dirò altro: sappiate comunque che l’ancella protagonista, chiamata June nell’adattamento, non rivela mai il suo vero nome per tutta la durata del romanzo.
Perché è importante leggerlo
L’autrice, con un uso sapientissimo del lessico e delle metafore, riesce a delineare un quadro distopico dettagliato e allo stesso tempo fumoso, ma perfettamente capace di evocare nella mente un’immagine nitidissima di cosa potrebbe accadere a chiunque, in qualunque momento, e mostra quanto sia sciocco e superficiale dare qualcosa per scontato, anche il dettaglio più piccolo e banale della propria esistenza.
L’avvento della dittatura, la suddivisione in classi, la continua eliminazione dei diritti sono raccontati in modo tale da affascinare e terrorizzare il lettore. Per quanto alcune parti siano fisicamente dolorose da leggere, è difficile distogliere l’attenzione dal racconto della nostra protagonista.
Al di là del contenuto, il romanzo è di facile comprensione e non si fa alcuna fatica a leggerlo, anzi; io personalmente ho avuto difficoltà a interrompere le sessioni di lettura.
E voi cosa mi dite? Avete letto il libro? Visto la serie? Entrambe? Nessuna delle due? Fatemi sapere se vi ho incuriosito con questa breve recensione e, se già conoscevate Il racconto dell’ancella, fatemi sapere le vostre opinioni.