KIRIA racconta: “Bello da morire” – CAPITOLO 7: Aggressione

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Quando ripresi conoscenza, una giovane infermiera con degli enormi occhi azzurri mi guardò sorridendo.
“Che succede? Dove sono?” biascicai. Avevo un terribile mal di testa. Mi guardai meglio intorno. Ero in un letto d’ospedale.
“Sei al sicuro” disse l’infermiera. “Qualcuno ti ha aggredito, vuoi sporgere denuncia?”
“Che?! Chi mi ha aggredito? Non ho visto niente! Ricordo solo un gran dolore alla testa…”
“E’ stata una tua compagna a chiamare l’ambulanza, dice di aver visto qualcuno tirarti una botta in tesa e fuggire, ma nemmeno lei è in grado di dire chi possa essere stato…”
Fissai l’infermiera perplessa. Mi aveva detto decisamente troppe cose in un tempo così breve e il mio mal di testa non rendeva le cose più semplici.
“Chi ha chiamato l’ambulanza?” domandai, massaggiandomi le tempie.
“Non lo so. I tuoi genitori stanno per arrivare. Ti manderemo via con loro. Ti abbiamo fatto degli esami e non hai preso una botta troppo forte. Non bere alcolici e non prendere antidolorifici. Se il mal di testa non ti passa o se ti capitasse di vomitare vieni qui subito, intesi?”
Nel giro di poco tempo arrivarono i miei e andai a casa a riposare.
“Che cosa sta succedendo nella tua scuola?” domandò mio padre, rimboccandomi le coperte. “Non si è ancora scoperto niente di quella tua amica caduta dal terrazzo?”
“Lasciala stare” disse mia madre, trascinandolo fuori dalla stanza. “Si sente male, ne parliamo tra qualche giorno. Dobbiamo ancora ringraziare Domenica per aver chiamato l’ambulanza!”
Confusa e arrabbiata, sprofondai in un sonno tormentato e preoccupato. Rividi il volto immoto di Diana e immaginai me stessa al suo posto.