Io odio i paragrafi descrittivi
Dopo aver visto “Il gobbo di Notre Dame” della Disney e l’opera popolare “Notre Dame de Paris” di Cocciante dal vivo, e averla rivista in video per ore e ore, ho iniziato a leggere “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo. Il libro, per quanto interessante e incalzante possa essere, ha un enorme difetto: è pieno di capitoli (non solo paragrafi, capitoli!) descrittivi e discorsivi in cui si parla di Parigi e delle sua cattedrali. Io amavo storia dell’arte come materia scolastica, ma, non so perché, non ho mai apprezzato molto l’architettura ed ero molto più contenta di essere interrogata su un quadro o una statua. Devo dire comunque che questi capitoli sono ottimi per conciliare il sonno; eppure è raro che un libro mi faccia questo effetto. Ricordo di aver provato la stessa sensazione anche durante la lettura de “Il signore degli anelli”, in cui le descrizioni piovono dal cielo come fiocchi di neve durante Gennaio.
So che molte persone amano le descrizioni, e già mi sembra di sentire qualcuno dire “Ma KIRIA! Le descrizioni servono per farti immaginare le scene, per darti l’illusione di essere lì per davvero!“. NO. Non voglio essere lì per davvero, non me ne importa (quasi) nulla dei luoghi, io voglio la narrazione: se volevo una descrizione di Parigi, mi prendevo una guida turistica! Lo stesso vale per Minas Tirith: datemi una descrizione sommaria, non fornitemi tremila spiegazioni che spezzano la narrazione e mi fanno perdere il filo delle vicende dei personaggi. Sono molto più interessata alle persone che alle location, e non voglio saperne troppo neppure sull’aspetto di costoro: mi accontento di sapere qualche dettaglio generico, non ho alcun bisogno di una descrizione da manuale di sartoria sugli abiti che indossano.
Alcuni di voi sanno che il mio sogno è fare la scrittrice; nei miei libri non troverete mai capitoli interi dedicati alla descrizione di persone, cose, luoghi o qualunque altra cosa; troverete pensieri, dialoghi, azione, introspezione e sentimento, e solo qualche vago cenno descrittivo per rendere l’idea. Ho chiuso gli occhi tre o quattro volte, mentre leggevo la descrizione della cattedrale di Notre Dame, e non vorrei che qualche lettore facesse lo stesso con un mio libro, prima o poi.
Ovviamente, non sto criticando Victor Hugo, Tolkien, loro sono rimasti nella storia della letterature come pilastri e io passerò e me ne andrò come una granello di polvere, e non sto dicendo nulla contro quegli scrittori/lettori che amano le descrizioni. Sto solo esprimendo il mio pensiero riguardo una scelta meramente stilistica che ognuno è libero di abbracciare o meno, e io non ho intenzione di abbracciarla.
La penso allo stesso modo
Bastano 3-4 aggettivi per una persona (per esempio) non capitoli lungi un Km
Io la penso come te Kiria
Kiria la penso allo stesso modo…
Scusa se lo chiedo ma quando uscirà il libro di NORVY?
Non vedo l’ora di acquistarlo
Si anche io la penso così mi annoio leggendo pagine di descrizioni
Sinceramente a me piace immaginare i luoghi, le scene ecc, ma solo se lo scrittore/scrittrice riesce a farmeli immaginare senza annoiarmi troppo. Cioè, a mio parere bastano poche righe per descrivere un luogo per farlo immaginare al lettore, non occorrono pagine e pagine di descrizioni, che peraltro risultano quasi inutili perché il lettore perde attenzione 😛
Io ho riscontrato una cosa del genere nella lettura del terzo libro di Game of Thrones; sarà che già avevo visto la serie tv e quindi conoscevo già gran parte degli avvenimenti, ma mi sono ritrovato quasi a dormire leggendo lunghe pagine di descrizioni a mio parere superflue e noiose
Kiria, benvenuta tra noi!
Per carità, amo le descrizioni, ma, dopo un po’, mi perdo.
Sempre parlando di Notre-Dame (romanzo), mi spiegheresti l’utilità di Gringoire e Fiordaliso?!
Il primo entra solo per salvare Djali, la seconda non fa neppure quello.
Mah, è un bel romanzo, ma ci sono troppe cose superflue.
In alcuni spettacoli non ci sono descrizioni dettagliate ma semplici
Io dico solo il mio parere: io non ho mai fatto una cosa del genere, le descrizioni non mi fanno affatto impazzire, sono fin troppo pesanti (sul comodino c’era un vaso di ceramica con dei fiori rosa disegnati sopra, c’era un targa accanto che diceva ‘prodotto autentico, fatto a mano’ eccetera eccetera) però una piccola informazione si deve pur avere. Comunque quando e dico, QUANDO, il tuo libro uscirà, giuro su me stesso che appena lo finisco lo metto in una vetrina e lo attacco al muro, metto dei laser a proteggerlo e la chiave la ingoioi, piuttosto che chiunque tocchi il tuo capolavoro. Preferisco dover vivere da schiavo, piuttosto che far toccare a chiunque quel ‘libro’ (opera d’arte EternaLoviana).
P.S.
Concordo pienamente con te
Salve a tutti,so di essere un bel Po in ritardo ma chiesene.
Io sono assolutamente d’accordo con Kiria
,anch’io odio le descrizioni lughe ma penso che un piccolo dettaglio ogni tanto faccia la sua bella figura
Lo penso anche io, e spesso mi sono ritrovata a saltare alcuni paragrafi di libri dove c’era solamente descrizioni su descrizioni… Anche io, essendo una scrittrice, non metterò mai descrizioni lunghe capitoli interi :’)
Certo, alcune sono importanti per dare l’idea dell’ambiente e di chi circonda il protagonista, ma si sa: il troppo storpia.
Con questo, io sono Team Narrazione, Team Sentimento e Team Dialoghi xD
La descrizione serve per stipulare un patto narrativo piú solido e forte però in alcuni libri sono onnipresenti e ciò stufa non poco il lettore hai ragione
Beh dai considera che Il Signore Degli Anelli è stato scritto quasi 100 anni fa (ok magari non proprio quasi)
Come ho fatto a non notare questa pagina del blog? Wow,son proprio testa persa XD
La descrizione, come hai detto tu, serve per immaginare le scene e dare l’illusione al lettore di essere li per davvero.
Ok. Ma se sono troppo lunghe allora sono veramente fastidiose. 🙁
Se preferisco i fumetti ci sará un perché.
Kiria ti posso consigliare un libro?
Divergent è il nome ed é una saga composta da 3 libri: Divegent,Insurgent e Allergiant. Ti consiglio di leggerli è una bella storia!;-)