Ricordi estivi arancioni
Norvy balzò sulla scrivania e si accomodò con garbo sulle mie gambe, facendo le fusa come un gatto quasi normale.
“I miei sensi felini mi dicono che sei assorta in un pensiero un po’ strano”, disse lui. “Ne vogliamo parlare?”
“Stavo ripensando ad alcuni momenti della mia infanzia”, risposi. “L’estate è finita, e questo per me significa varie cose: mandare in vacanza il rasoio, abbandonare i vestitini rosa e i sandali, comprare duecento borse dell’acqua calda e far saltare la corrente almeno un milione di volte tentando di accendere la stufa mentre la lavastoviglie è in funzione.”