Le avventure di Norvy, il Gatto Immaginario di Luca e Chiara – IL RITRATTO– 16°pt

Quella che state per leggere è una storia a puntate ricca di follie. Non leggetela se sperate di trovare qualcosa di sensato.
Qui trovate la puntata precedente.

“Ho detto di no.” Ripetè Chiara per la decima volta nell’ultimo minuto.
“Ma come no! È un immenso onore che ti sto facendo!” replicò Norvy.
“Grazie, ma no. Non sono brava a disegnare gli animali, non ti piaceresti e ti lamenteresti tutto il giorno!”
“Voglio un mio ritratto!”
“Ho detto che non lo farò. Hai idea di quando sia difficile disegnare un essere che non sta fermo neanche tre secondi? Se vuoi posso provare a ritrarti a partire da una foto, se ci proprio ci tieni.”
“Ma che foto! Voglio un ritratto dal vivo!”
“E allora te lo fai da solo! Non starai fermo un attimo, ti conosco.”
“No, no! Starò fermo! Immobile! Una statua!”
Alla fine Chiara, snervata dal fetido felino, acconsentì a compiere l’oscena impresa. Per prima cosa fece accomodare Norvy su una sedia, e spese almeno cinque minuti per convincerlo che una posa in stile Napoleone, con una zampa sullo stomaco, non si addiceva a un gatto, e altri cinque per persuaderlo a non includere elementi bellici. Una volta che gli ebbe fatto assumere una posizione decente, si pose di fronte a lui con il blocco da disegno sulle ginocchia. Come Chiara aveva previsto, il concetto di Norvy riguardo lo stare immobile come una statua divergeva molto dal suo.
“Vuoi stare fermo?! Come credi che riesca a disegnarti se ti muovi?”
“Ma mi prude la coda! La devo grattare!” rispose Norvy lisciandosi la coda.
“Hai finito? Ok. Adesso sta’ buono. NO! NON TI LECCARE IL PELO PROPRIO ORA!”
Dopo venti, infernali, minuti, Chiara era sull’orlo di una crisi di nervi. Anzi, di Norvy.
“Oh, stai facendo il ritratto a Norvy? Buona fortuna! Fa vedere…” disse Luca, passando di là e sbirciando sul foglio.
Chiara sussurrò a denti stretti: “Io lo ammassho, qul hatto, prima o poi”
“Norvy, spero ti piaccia la pittura astratta.” Sentenziò Luca.
“Astratta? Intendi quella che ti fa schifo?”
“No, intendo dire che tu, come gatto, sei la quintessenza della bellezza. Nessun disegno potrebbe rendere giustizia al tuo magnifico portamento, alla tua principesca espressione, al reverenziale rispetto che la tua figura incute nel prossimo. Chiara ha umilmente tentato di sintetizzare in un foglio ogni tua singola virtù, ma come può un umano compiere tale opera?”
Norvy rimase talmente affascinato dalla spiegazione di Luca che accettò di buon grado persino il ritratto sgangherato che gli aveva fatto Chiara, e andò tutto contento ad appendere il disegno nella sua stanza.
“Alla faccia tua che mi accusi sempre di parlare troppo!” disse Luca a Chiara, quando furono rimasti soli.
“Va bene, te lo concedo, stavolta sei stato d’aiuto e te ne sono grata. Ma che non diventi un abitudine! Se lo continui a lodare così tanto, chissà cosa si metterà in testa… sai che voleva che lo ritraessi su un panzer?!”
“Ma cosa abbiamo sbagliato con quel gatto?!”

– FINE SEDICESIMA PUNTATA-

Chiara